Rilevamenti ambientali

Riguardano le osservazioni finalizzate alla segnalazione di fenomeni di inquinamento e/o di turbativa ambientale in senso lato.

Per inquinamento si intende un’alterazione non desiderabile delle caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche dell’aria, dell’acqua e della terra che può essere pericolosa o lo diventerà per la vita umana e per quella di altre specie (Principi di ecologia – E. P. ODUM – 1973).

Le sostanze inquinanti arrivano ai corpi idrici come scarichi localizzati (fognature) oppure diffusi (drenaggio di terreni agricoli). Un inquinante viene definito tale quando il corpo idrico che lo riceve non riesce a smaltirlo. Le attività umane producono rifiuti che in parte vengono riciclati, in parte depurati, e in parte trascurati e abbandonati nel suolo e nelle acque, ed è proprio questa una delle cause principali dell’inquinamento (CREA).

La segnalazione dei fenomeni di inquinamento avviene attraverso alcuni indicatori tipici delle acque superficiali.

Per indicatore si intende una caratteristica o un insieme di caratteristiche empiricamente osservabili o calcolabili mediante cui si vuole cogliere un certo fenomeno (Prima relazione sulla situazione ambientale del paese – Tecneco – 1973).

Nel vademecum saranno presi in considerazione i soli indicatori percepibili di “inquinamento estetico” (UNISUBRIA), cioè le variazioni significative osservate empiricamente dal pescatore che le ritiene pericolose per l’uomo e/o per l’ambiente.

 

La scheda di segnalazione contiene i seguenti elementi:

A1. Data/ora

Sito (punto GPS), foto, stima estensione (tutto il bacino visibile, localizzato, puntuale), periodo intercorso dall’ultima osservazione del sito.

A2. Indicatori

In questa parte del vademecum saranno presi in considerazione i diversi tipi di indicatori che potranno essere rilevati dal pescatore. In particolare, saranno indicate le diverse forme percepibili per le quali l’inquinamento si manifesta che possono essere rilevate da ciascun indicatore ed i relativi impatti ambientali spiegando, con linguaggio semplice, le possibili conseguenze, le presunte cause, i possibili rimedi in maniera da rendere il pescatore consapevole dell’importanza che possono avere le sue osservazioni per la salvaguardia del sito e, più in generale, per la difesa delle acque dolci, salmastre e costiere dall’inquinamento.

A2-1. Schiuma

La schiuma nelle acque superficiali, cioè in torrenti, fiumi, laghi, acque sotterranee, acque costiere, non sempre è dovuta a scarichi inquinanti dell’uomo. Questo fenomeno si può, infatti, verificare, soprattutto in primavera, per cause naturali, come per esempio l’azione d’insetti acquatici, di alghe, di funghi associati a foglie in decomposizione oppure dopo una forte pioggia o vento.

Le schiume, infatti, sono una formazione instabile di bolle d’aria, favorite da sostanze tensioattive che, abbassando la tensione superficiale di un liquido, facilitano l’introduzione dell’aria in esso. Proteine, saponine naturali, polisaccaridi e sostanze oleose sono tensioattivi naturali.

In alcuni casi invece questo evento è dovuto a cause antropiche, vale a dire legate all’attività dell’uomo, che alterano la naturalità degli ambienti acquatici.

Le schiume che si formano per cause antropiche, ossia legate all’attività dell’uomo, sono dovute all’immissione di detersivi e saponi per la pulizia del corpo (tensioattivi sintetici), allo sversamento di liquami, scarichi industriali, scarichi dei depuratori civili, il dilavamento di terreni coltivati, lo sfalcio della vegetazione perifluviale o litoranea.

Generalmente è difficile distinguere la schiuma nelle acque superficiali di origine naturale da quella provocata dall’azione dell’uomo. Esistono però alcuni indizi, che, se ben interpretati, possono dare delle preziose indicazioni: le schiume generate da tensioattivi chimici, inizialmente molto vistose, sono poco persistenti, ma si riformano subito non appena si agita il campione in un contenitore; inoltre spesso presentano odore di sapone o detersivo e presenza di bolle iridescenti. Le schiume generate da tensioattivi naturali hanno invece colore biancastro con sfumature verde-marrone e caratteristico odore di terriccio o di pesce, sono spesso correlate agli eventi meteorici (piogge intense, scioglimento delle nevi, vento) e una volta formate persistono a lungo nell’ambiente.

A2-2. Torbidità

La torbidità è dovuta alla presenza nell’acqua di materiale particolato, come argilla, sedimento, particelle colloidali o microorganismi. Le particelle responsabili della torbidità dell’acqua hanno dimensioni variabili tra 1 nm e 1 mm. Nella maggior parte delle acque naturali il materiale sospeso è costituito da particelle prodotte dall’erosione della superficie terrestre. Le frazioni più grossolane di sabbia e sedimento sono interamente o parzialmente rivestite da materiale organico. Altri fattori che producono torbidità dell’acqua sono: la presenza di grandi quantità di microrganismi, la fioritura estiva delle alghe nelle acque superficiali, resti di alghe e detriti di batteri che metabolizzano il ferro nei sistemi di distribuzione.

In effetti un corso d’acqua, nel suo tratto terminale verso il mare, è naturalmente torbido per la presenza di abbondanti particelle sospese che andranno a depositarsi lungo la costa.

Una delle cause più comuni di intorbidimento delle acque superficiali è la fioritura di alghe che può manifestarsi nel periodo primaverile in acque stagnanti ricche di nutrienti. Al di là della potenziale nocività delle acque, questo tipo di torbidità indica un inquinamento in atto da parte di uno scarico ricco di sostanze organiche o nutritive che, aumentando il livello trofico dell’acqua, favorisce la crescita abnorme del primo anello della catena alimentare.

Le fioriture algali causano torbidità fintanto che persistono le condizioni chimico, fisiche e biologiche che le hanno determinate, hanno pertanto una certa durata, mentre altri tipi di intorbidimento delle acque superficiali sono più limitati nel tempo perché dovuti a scarichi occasionali e temporanei di sostanze inquinanti.

In ogni caso l’insorgenza di un intorbidimento dell’acqua è il segnale più immediato ed evidente che nello specchio d’acqua, nel fiume o sulla sponda c’è un’immissione di scarichi non trattati che alla lunga possono diventare nocivi per l’ambiente e per la salute umana.

A2-3. Colore, Odore, Temperatura

Si tratta di fenomeni spesso associati che denunciano un inquinamento, per lo più puntuale e in atto.

 

Può accadere infatti che si noti lungo le sponde di un fiume, di un lago o lungo la costa un rigagnolo, una piccola immissione di acque di colore diverso, spesso maleodorante e a volte con temperature sensibilmente diverse da quelle del corpo idrico principale.

Si tratta di fenomeni di inquinamento per lo più di tipo industriale a carattere occasionale che vengono scoperti solo fortuitamente perché le immissioni abusive avvengono normalmente di notte e/o in orari in cui il corso d’acqua non è frequentato.

Proprio per la loro episodicità, questi scarichi abusivi possono essere particolarmente pericolosi per l’uomo e per l’ambiente per cui è importante, in caso di avvistamento, denunciarli alle Autorità competenti.

L’immissione di acque di colore diverso da quello naturale è propria degli inquinamenti di carattere industriale, tessile, cartario, chimico, idrocarburico.

Analogamente, gli odori forti che possono essere associati al colore hanno la stessa origine. Gli odori più comuni, associati all’inquinamento, sono di tipo aromatico, cloro, petrolio, fenoli (medicinali), idrogeno solforato, canfora.

Anche gli sbalzi di temperatura possono essere dovuti ad un inquinamento industriale dovuto allo sversamento delle acque di raffreddamento. Questi innalzamenti di temperatura provocano la riduzione dell’ossigeno disciolto nell’acqua e, se prolungati, morie di pesci.

A2-4. Morie

La presenza di organismi morti nel corso d’acqua che si è soliti frequentare è la risultante delle diverse forme d’inquinamento che affliggono il fiume. Lo specchio d’acqua e le sponde cosparse di cadaveri galleggianti di pesci sono l’immagine emblematica dello stato di degrado in cui è stato ridotto l’ambiente.

La moria di pesci, infatti, rappresenta il capitolo finale di una disfunzione ambientale che può avere origine lontane, ma anche recenti e/o istantanee dovuta a sversamenti di veleni che non danno scampo all’ambiente fino a provocarne la distruzione.

Non sempre le morie di pesci sono imputabili allo sversamento di sostanze tossiche e fortemente inquinanti. In alcuni casi il pesce muore perché vengono meno le condizioni minime di sopravvivenza, come nel caso di crisi distrofiche causate da anossie da accumulo di sostanze organiche (eutrofizzazione).

È appena il caso, comunque, di ricordare che quando si osserva una moria di pesce, a prescindere dalla sua estensione e portata, deve essere immediatamente segnalata per consentire il tempestivo intervento delle Autorità sanitarie, per tentare di risalire alle cause.

Il pronto intervento delle Autorità sanitarie può consentire, infatti, di risalire alle cause della moria e di identificarne i responsabili, ma questo è possibile solo se il fattore che ha determinato la catastrofe non si è diluito troppo fino a scomparire del tutto lasciando dietro di se solo i cadaveri dei pesci.

In queste drammatiche circostanze, il ruolo del pescatore “sentinella ambientale” può essere determinante in quanto, con la tempestività e la puntualità delle sue osservazioni, costituisce un supporto indispensabile per la denuncia e la repressione dei crimini ambientali.

A2-5. Opere abusive

Per opere abusive si intendono quegli interventi quali apertura di canali, fossi, scavi per l’asportazione della ghiaia e della sabbia, modifiche degli argini, pontili e ormeggi abusivi e altro che possono sfuggire ad una ricognizione superficiale, ma che possono arrecare gravi danni allo specchio d’acqua aumentando il rischio idrogeologico.

Non si tratta quindi dei grandi abusi edilizi, che andranno comunque denunziati, ma di piccole opere abusive che potrebbero modificare l’idrodinamismo del corso d’acqua ovvero favorire l’inquinamento, pratiche di pesca abusive o un utilizzo non consentito dello specchio d’acqua.

Questo tipo di interventi abusivi può richiedere poco tempo per essere realizzato per cui rientra tra quelli sui quali la vigilanza del pescatore sportivo è più efficace ed incisiva.

Quelli fin qui trattati sono fenomeni di inquinamento che possono manifestarsi nell’arco di pochi giorni, se non di poche ore, e che il pescatore può contribuire a contrastare se non a contenere. Di seguito invece vengono riportate alcune manifestazioni di degrado degli ambienti acquatici che andrebbero comunque segnalate pur prolungandosi nel tempo.

A2-6. Presenza di rifiuti

L’accumulo dei residui domestici solidi costituisce un problema grave e urgente nei paesi industrializzati. Lo sviluppo del processo di urbanizzazione e la crescente domanda di beni di consumo determinano un aumento incessante del peso e del volume dei rifiuti prodotti.

Non è raro il caso di sponde di fiumi e di laghi con accumuli più o meno intensi di rifiuti che, rimanendo esposti alle intemperie, diventano veicoli di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, oltre che ricoveri per insetti e roditori per non parlare del danno estetico.

L’accumulo dei rifiuti, a meno di una discarica improvvisa, avviene nel tempo ed è bene comunque denunciarne la presenza al primo avvistamento quanto meno per verificare se esiste un servizio di rimozione, seppur a lunga scadenza.

A2-7. Variazioni di livello

In alcuni corsi d’acqua si possono registrare periodicamente alcune variazioni di livello anche significative. Normalmente queste oscillazioni di livello sono da imputare alla presenza di dighe a monte del punto di osservazione.

In questi casi le variazioni sono dovute alle periodiche operazioni di svuotamento e di riempimento del bacino artificiale e sono perciò annunciate con vasto anticipo dal gestore della diga per evitare possibili pericoli per le attività che si svolgono a valle, tra le quali la pesca sportiva.

Si possono però verificare periodici abbassamenti di livello che non si spiegano con l’operatività di una diga a monte e che possono essere spiegati da emungimenti abusivi e apparentemente ingiustificati. In questi casi è bene segnalare il fenomeno alle Autorità che accerteranno se il prelievo è autorizzato oppure viene fatto abusivamente.

Bisogna considerare, infatti, che le variazioni di livello del corso d’acqua provocano comunque uno stress all’ambiente, in particolare se, come spesso avviene, si verificano abbassamenti anomali di livello in estate quando il fiume è già in secca per cause naturali.

L’abbassamento di livello in particolare, infatti, può provocare gravi danni alla fauna ittica e può avere conseguenze negative sulle condizioni igienico-sanitarie.

A2-8. Fenomeni erosivi

I fenomeni erosivi in un corso d’acqua sono determinati dalle proprietà idrauliche, dalle proprietà dei sedimenti e dalla presenza di massi, vegetazione o manufatti. Tali fenomeni, che possono avere conseguenze anche gravi sull’habitat e sull’assetto idrogeologico dell’area, possono essere dovuti ad opere abusive (A2-5) nel corso d’acqua e/o alle variazioni di livello (A2-7).

E’ bene perciò segnalare tempestivamente i cambiamenti significativi che si osservano nell’alveo e/o lungo le sponde di un corso d’acqua.

Molte delle nostre spiagge sono soggette al fenomeno dell’erosione dovuta, tra l’altro, al ridotto apporto di sabbia dai fiumi ed al moltiplicarsi di opere fisse sulle spiagge. L’erosione dei litorali sta assumendo le dimensioni di una vera emergenza dal momento che mette in crisi la balneazione: un’importante voce del turismo italiano.

In questa sede il fenomeno dell’erosione delle spiagge interessa per gli effetti che gli interventi di ripristino, quali i ripascimenti adottati da alcune regioni nel tentativo di ripristinare i litorali erosi dalle mareggiate, possono avere sulla pesca, e quindi sull’ambiente.

Risulta infatti che i ripascimenti, modificando la tessitura del sedimento costiero, modificano anche la composizione delle biocenosi che lo abitano a cominciare dai molluschi fossori (telline, cannolicchi, vongole) che rappresentano l’alimento di molte specie ittiche della fascia costiera.

Il vademecum è rivolto ai pescatori che frequentano spesso lo stesso tratto di spiaggia e che sono perciò in grado di percepire un cambiamento della tipologia delle catture ricollegabile ai ripascimenti. In questo caso, la segnalazione di questi cambiamenti può essere utile o per migliorare la tipologia dell’intervento o per sospenderla del tutto.

A2-9. Presenza di specie insolite e/o aliene

Per specie insolite si intendono quelle specie che il pescatore non ha mai pescato nel corso d’acqua che frequenta abitualmente e che possono essere perciò degli indicatori biologici di una variazione delle condizioni ambientali.

Le specie aliene, invece, sono quelle che si trovano al di fuori della loro area di origine naturale in seguito ad un’azione diretta, volontaria o accidentale, da parte dell’uomo (Life-ASAP).

Le specie aliene, quando sono invasive, costituiscono un notevole pericolo e possono gravemente alterare la biodiversità dell’ecosistema dato che, infatti, spesso si adattano molto bene agli habitat in cui sono state introdotte fino a soppiantare le specie autoctone, distruggendone le uova e/o predandone il novellame ovvero competendo per le stesse risorse.

L’introduzione delle specie aliene è spesso accidentale, dovuta cioè a fughe da ambienti circoscritti o, più sovente, alle semine di ripopolamento dove possono essere presenti alcuni individui insieme alla specie target.

Al riguardo sarebbe importante che i ripopolamenti avvenissero solo con novellame da riproduttori autoctoni per evitare l’inquinamento genetico dei nostri fiumi come auspicato al successivo capitolo B4-2) a proposito degli incubatoi di bacino.

E’ quindi opportuno che il pescatore denunci la presenza delle specie “insolite” nello specchio d’acqua dove opera non solo quando si tratta di organismi che riconosce come esotici, ma anche in presenza di organismi che non è solito vedere nelle sue acque.

Nel primo caso, infatti, una tempestiva denuncia può contribuire a fermare un fenomeno che, appena avviato, può essere debellato con l’eradicazione degli individui presenti.

Nel secondo caso la denuncia della presenza di organismi insoliti oltre che a consentirne l’eradicazione, può rappresentare un campanello d’allarme per le condizioni ambientali del corso d’acqua che potrebbero essere in via di variazione.

A3. Proposte di monitoraggio (facoltativa)

Questa parte del vademecum è riservata ad eventuali consigli che il pescatore, sulla base della sua esperienza e conoscenza dei luoghi, può dare per migliorare e/o rendere più efficace il monitoraggio ambientale del sito.

In questa parte facoltativa del vademecum il pescatore può dare tutte le indicazioni e i consigli che ritiene più utili per migliorare la qualità ambientale dello specchio d’acqua in oggetto. Tra l’altro, può anche dare indicazioni relative al monitoraggio ambientale se ritiene che l’attuale stato dei controlli sia insufficiente e/o carente.

In questo caso, per migliorare la capacità di monitoraggio, possono essere avanzate alcune ipotesi di intensificazione dei controlli come, ad esempio:

  • l’istallazione di una centralina di rilevamento dei parametri fisico, chimico e biologici più significativi che dovrebbero essere trasmessi ad una banca dati;
  • l’intensificazione dei controlli da parte di pescatori, guardia pesca, vigilanza e cittadini con la predisposizione di una scheda da trasmettere ad una banca dati.

In ogni caso è opportuno prevedere che i dati raccolti vengano trasmessi ed elaborati in una banca dati in grado di segnalare e rispondere in tempo reale ad eventuali significative modificazioni ambientali.